Il Vietnam Veterans Memorial è uno dei tanti monumenti di sapore patriottico che costellano Washington DC. Lontano da ogni retorica e semplice nel suo andamento, è però portatore di un’intensa drammaticità.
Desidero ringraziare Agnese, amica e collega, per le foto di questo articolo. Le ha fatte apposta per me perché desideravo tanto scrivere del Vietnam Veterans Memorial, ma non ne ho nemmeno un’immagine scattata durante i miei soggiorni a Washington D.C. Non ci sono mai riuscita perché, una volta arrivata nei pressi del monumento, mi sono sempre sentita pervasa da un forte senso di disagio e di rispetto.
In sé il memorial è piuttosto semplice. Si tratta di un lungo muro di marmo nero, costeggiato da un sentiero digradante e calpestabile, su cui sono incisi in ordine cronologico i nomi dei soldati statunitensi morti durante la Guerra del Vietnam. A terra, appoggiati alle lastre di pietra, qualche fiore e alcuni piccoli cimeli, soprattutto bandierine a stelle e strisce. Intorno un bel prato verde, alberi, poi, appena più lontano, il rumore del traffico che proviene incessante da Constitution Avenue. Tutto sommato, nulla di così drammatico. Di certo, in giro per il mondo, ci sono monumenti più crudi e, passatemi il termine, retorici.
E, in effetti, la prima volta che sono arrivata là, all’inizio la mia emotività non è stata particolarmente colpita. Qualche ora prima ero stata al cimitero di Arlington, che tanto mi aveva ricordato Omaha Beach, e dunque quel muro nero ad angolo ottuso contornato dal verde mi è sembrato abbastanza anonimo. E, anche avvicinandomi, il sentimento è rimasto lo stesso. Ho letto distrattamente qualche nome qua e là, ma tutto mi appariva distante. Conoscevo (e conosco) la guerra del Vietnam quel tanto che basta per averla studiata a scuola e per avere visto qualche film (nemmeno troppi perché non è un genere che amo).
Poi, siccome c’era ancora qualche minuto a disposizione, mi sono avvicinata ad una specie di leggio messo in un angolo. Sopra c’erano dei grossi libri con le pagine plastificate. E, più per curiosità che per altro, mi sono messa a sfogliare uno dei tomi. Un lunghissimo elenco di nomi in ordine alfabetico. Serve ai parenti per individuare la posizione dove è inciso il nome del loro congiunto.
Ma a me è servito per fermarmi a pensare. Per ognuno era indicato cognome, nome, età, provenienza. In quel momento i vari Bob e i vari Jim che avevo letto sul muro sono diventati veri. Tanti erano ben più giovani di me. E sul serio mi sembrava di vedere il diciottenne Paul della California e il suo commilitone ventenne del Minnesota. Soprattutto, percepivo il peso delle loro vite spezzate, dei sogni spariti in un lampo, dei figli che non avrebbero mai avuto o che non avrebbero mai visto crescere, del loro non tornare più.
Quell’elenco sterminato, che contiene oltre 58.000 nomi, per me è sì un memorial, ma nel senso più profondo del termine. Non solo un modo per ricordare i tanti che caddero in una guerra sanguinosa ed assurda come quella del Vietnam, bensì una maniera per imprimere nella memoria che in ogni conflitto c’è in ballo la sorte di individui. Ognuno con una storia, dei sentimenti, dei desideri, degli amici e dei parenti. Troppe volte spezzati inutilmente.
Il Vietnam Veterans Memorial è gestito dal National Park Service. Questo il link ufficiale: https://www.nps.gov/vive/index.htm
2 commenti
E ringraziamo Agnese..amica e collega e pazza 🙂
Una delle migliori colleghe che conosca!