Vagabondare a Berlino, di Gian Piero Piretto, non è una guida turistica, ma nemmeno un saggio sulla città. E’ forse un libro curioso, che consente di guardare alla capitale tedesca da una prospettiva davvero insolita.
Che la Guida curiosa ami Berlino è cosa nota. La amo da oltre vent’anni, adoro andare e ritornarci, scoprire posti nuovi e riconsiderare quelli già noti. Mi piace poter passeggiare nella storia, farmi guidare dalle suggestioni, non avere la necessità di scovare necessariamenre il bello. Perché Berlino non è oggettivamente bella. Però è interessante, sa sorprendere e ammaliare, offre uno spaccato sulla storia contemporanea come nessun altro luogo in Europa. E’ per questo che, secondo me, Vagabondare a Berlino è un testo interessante.
Lo premetto: non è un testo facile e nemmeno troppo adatto a chi non conosce la città. Non è una guida esaustiva (né vuole esserlo) e nemmeno uno di quelle pubblicazioni sui luoghi imperdibili di una città. D’altra parte, già il sottotitolo è piuttosto esplicito: Itinerari eccentrici tra presente e passato. E l’aggettivo “eccentrico” più che “strano” qui è da intendersi in senso etimologico: Piretto parla di una serie di posti che si trovano ben discosti dal centro città. Per questo ritengo che una preconoscenza di Berlino sia necessaria per affrontare questo vagabondare letterario. Nonché per evitare di rimanere delusi dal libro.
Se, però, la storia recente vi interessa e se amate legare la Storia alle storie, Vagabondare a Berlino è perfetto. Quanti sanno qualcosa della comunità vietnamita della capitale tedesca? E chi vi ha mai suggerito di andare a visitarne il mercato? E poi: avete mai sentito parlare della manifattura di sigarette di Josef Garbaty-Rosenthal? Io no (e Berlino l’ho visitata tante volte) e vi assicuro che non vedo l’ora di andare a Pankow per fare una passeggiata alla scoperta delle tante vicende che hanno dato un volto al quartiere.
C’è poi un altro aspetto che mi ha fatto amare Vagabondare a Berlino. Al di là delle visite suggerite, il libro riporta una serie di aneddoti sulla Repubblica Democratica Tedesca (alias Germania Est) che sono dei piccoli gioielli. Al di là dello spumante Rotkäppchen e del pupazzo Sabbiolino (prima o poi vi racconterò), si leggono fatti curiosi su produzioni televisive, gadget che sogno di avere a casa (vedi i portauova della DDR) e dettagli sull’arredamento urbano (e non mi riferisco solo all’omino del semaforo).
La sapienza di Piretto, docente all’Università degli Studi di Milano, è evidente ma non leziosa. Leggendo, a me è veramente venuta voglia di prenotare un biglietto aereo e andare a vagabondare a Berlino. Perché l’arte del flaner qui è elevata alla massima potenza: l’intreccio di storia, geografia, geopolitica, vita quotidiana e piccoli dettagli è talmente accattivante da avere quasi l’impressione che la passeggiata sia iniziata già aprendo il libro. Senza dimenticare un particolare non trascurabile: le informazioni sono accurate, con tanto di nome della fermata del tram e numero civico di riferimento.
Insomma: se state per andare a Berlino o se la città vi incuriosisce, io valuterei la possibilità di leggere questo libro. Probabilmente non troverete ciò che stavate cercando, ma di certo scoprirete mondi a cui non avevate nemmeno pensato.
Gian Piero Piretto, Vagabondare a Berlino. Itinerari eccentrici fra presente e passato, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2020