Siete sicuri che il tulipano venga dall’Olanda? In realtà arriva da molto più lontano e la sua storia è intrigante e con qualche colpo di scena.
Chi appartiene alla mia generazione di certo non si è dimenticato de Il tulipano nero. Cartone animato amatissimo, introdotto dall’immancabile sigla cantata da Cristina D’Avena (canzoncina che ancora mi ronza per la testa ogni qualvolta sento nominare il tulipano nero). Perché ve ne parlo? Perché in realtà il ricordo della mia infanzia non ha nulla a che vedere con l’omonimo romanzo di Alexandre Dumas, che invece mi permette di raccontarvi qualche piccola curiosità.
Dumas ambienta la sua storia in Olanda, fra L’Aia e Dordrecht, e si ispira ad alcuni fatti storici acclarati, a partire dall’ascesa al potere di Guglielmo d’Orange. Sullo sfondo, una delle peculiarità che fu protagonista del Seicento, vale a dire la “tulipomania”. Non una malattia, ma quasi. Gli olandesi si invaghirono a tal punto dei tulipani da spendere colossali fortune per accaparrarsi le varietà più ricercate e per occuparsi della creazione di fiori sempre più spettacolari. Questa singolare passione, nel romanzo, è condivisa dal protagonista e dal suo antagonista, entrambi decisi a trovare il modo di far sbocciare un tulipano nero.
La mania olandese per i tulipani fu la causa di quella che da diversi studiosi di economia è considerata la prima bolla speculativa della storia. In pratica, le quotazioni dei bulbi di tulipano crebbero a dismisura finché un brutto giorno il loro prezzo crollò, mandando sul lastrico moltissimi investitori. Bulbi che il giorno prima valevano una fortuna, l’indomani non servivano più a nulla. O meglio: servivano solo a quello per cui sono stati creati, cioè fiorire.
Sta di fatto che ancora oggi gli olandesi sono associati al tulipano. Per cui si crede comunemente che detto fiore venga proprio dai Paesi Bassi. In realtà non è così, perché il tulipano viene da più lontano. Vi do un indizio. Pensate alla forma della corolla non ancora dischiusa. Non ricorda forse un turbante? E in effetti pare proprio che l’etimologia del nome vada ricercata nel turco tullband, che proprio turbante significa.
Dalla regione del Pamir, appena più a Ovest della catena himalayana, il tulipano fu introdotto in Turchia, dove incontrò il favore del sultano Solimano il Magnifico. Questi, probabilmente subito contagiato dalla tulipomania, ne promosse la coltivazione e la diffusione.
E dalla Turchia i bulbi di tulipano ripresero il loro cammino verso l’Europa. L’ambasciatore dell’imperatore Ferdinando I di Asburgo presso la corte di Solimano decise infatti di omaggiare con qualche esemplare Carolus Clasius, botanico e responsabile dei giardini dei reali d’Olanda.
Mai dono fu più gradito, visto l’enorme successo che il tulipano riscosse sulle rive del mare del Nord. Clasius riuscì a creare in breve tempo numerose varietà, dando origine a una tradizione ben radicata ancora ai giorni nostri. E, bolla speculativa a parte, la coltivazione di questi fiori si dimostrò un affare per il popolo neerlandese. Ancora oggi sono tantissimi quelli che partono alla ricerca dei campi fioriti. Vi assicuro che è meno facile di quel che sembra perché al momento della fioritura gli steli vengono tagliati per consentire ai bulbi di maturare. Questo perché gli olandesi commercializzano proprio i bulbi (più che i fiori).
Se avrete la bontà di pazientare ancora, presto vi svelerò dove andare alla ricerca della location per la foto perfetta. Per intanto ascoltate questo consiglio: fate attenzione quando comprate i bulbi del tulipano nero. Il più delle volte otterrete delle meravigliose tonalità giallo-arancio. Parola di Guida Curiosa!