Il 4 novembre si ricorda San Carlo Borromeo, figura cardine della Riforma cattolica. Già tempo fa ho scritto del San Carlone di Arona e oggi, nella rubrica I Prossimi Viaggi, torno sull’argomento.
Questo non solo per via della festività, ma soprattutto perché trovo che si parli troppo poco del colosso di Arona. E’ un vanto di ingegneria e arte, baluardo di un’epoca, evocativo. Eppure siamo talmente abituati a citarlo (un po’ meno a vederlo) che non ci rendiamo conto di quanto sia speciale.
Io non so dire se la Statua della Libertà, a New York, esisterebbe ugualmente. Probabilmente sì. E’ però un fatto che Auguste Bartholdi, ossia l’artista che disegnò la protagonista della Baia di Manhattan, soggiornò ad Arona e per certo ebbe modo di ammirare e studiare il colosso di San Carlo. Che, sia detto per inciso, è il secondo al mondo per dimensione.
La peculiarità del San Carlone merita una visita, sebbene il progetto del cardinal Federico Borromeo rimase incompiuto. Il suo desiderio era quello di realizzare un intero Sacro Monte a futura gloria e memoria del santo cugino. Forse sarebbe stato bellissimo vedere tutto quanto, ma sono lieta che l’elemento unico e inconfondibile sia stato portato a termine.
Per questo motivo mi piacerebbe che il San Carlone di Arona fosse valorizzato come si meriterebbe. E per questo motivo ne ho parlato oggi dai microfoni di RVL: sul lago Maggiore lo conoscono tutti, ma in quanti ne parlano con orgoglio?
Se volete ascoltare la registrazione della puntata, la trovate qui di seguito (e oramai è una consuetudine):
Non ho ancora deciso di che cosa parlerò settimana prossima. L’unica possibilità è quella di sintonizzarvi sulle frequenze di RVL!
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