La Parigi che non ti aspetti: il Passage de l’Ancre è un passage insolito e nascosto nel cuore del Marais.
Vi è mai capitato di pensare che i luoghi abbiano un’anima? A me è capitato spesso di percepire un carattere, uno spirito che mi rende particolarmente cari o significativi posti, città, piccoli frammenti di mondo. È quello che mi è capitato di pensare anche varcando il portone azzurro del passage de l’Ancre, al 30 rue de Turbigo nell’Haut-Marais.
È una giornata di pioggia, una di quelle in cui sarebbe meglio rifugiarsi in un museo piuttosto che passeggiare per la città. Ma ho il desiderio di vedere questo luogo da tempo e non voglio perdere l’occasione. Si tratta di un angolo di Parigi in cui difficilmente si capita per caso: è, infatti, una stretta via pedonale, una sorta di scorciatoia tra la rue Chapon e la rue de Turbigo. Un cortile privato che preserva le case che vi si affacciano dal caos cittadino. Non vi fate ingannare, però: si tratta di uno dei più antichi passages parigini.
Nel 1637 qui si installa la prima azienda di noleggio carrozze. L’industriale Nicolas Sauvage, costruttore di fiacre, decide di offrire l’opportunità di noleggiare, per un’ora o un’intera giornata, una carrozza a chiunque lo desideri. Si tratta del primo taxi parigino! Nel XVII secolo qui apre anche un albergo, l’Auberge de l’Ancre Royale, l’albergo dell’Ancora Reale. Ecco da dove spunta lo strano nome di questo passage, da un’insegna alberghiera! La Rivoluzione cambia tutto, anche la denominazione di questo luogo: l’ancora da reale diventa nazionale e nel 1805 perde qualunque qualifica. Rimangono però negozi e ateliers di artigiani.
Il passage è piccolo ma colorato e vivace: un piccolo angolo di campagna in città, almeno fino al 16 e 17 luglio 1942. La retata del Velodromo d’Inverno (la rafle du Vel d’Hiv) svuota totalmente il passage dei suoi abitanti, all’epoca tutti artigiani ebrei che qui lavoravano e vivevano con le loro famiglie. Il passage de l’Ancre rimane chiuso e disabitato per lungo tempo. Solo nel 1998 ha riaperto le sue porte.
Sembra quasi incredibile, eppure… Oggi è tornato ad essere rifugio di artisti ed artigiani. Gli abitanti se ne prendono amorevolmente cura, riempiendolo di piante e di colore. Chiedono solo, a chi volesse passare di qui, di rispettare la loro tranquillità e la pace di questo luogo dove ancora si sentono gli uccelli cantare. Un luogo che è stato testimone di tanto dolore custodisce una calma speciale e, forse, inattesa. L’ultima cosa che vedo, prima di uscire, sono due piccioni che stanno costruendo il loro nuovo nido. Istintivamente sorrido: per fortuna, la vita qui è definitivamente tornata.
Un’ultima curiosità: perché le carrozze a nolo, i fiacre di Nicolas Sauvage, si chiamano così? Sembra che da questa rimessa, inizialmente, le carrozze avessero come unica destinazione il santuario di Saint Fiacre a Meaux e, per questo, la rimessa avesse l’insegna del santo eremita. Dopo l’introduzione del noleggio libero, il nome fiacre diventa comune a tutte le carrozze a noleggio (e non solo). In seguito, piccoli ritratti di San Fiacre diventeranno talismani contro gli incidenti per i primi automobilisti!