La storia di Palomar si può riassumere in due frasi: “Un uomo si mette in marcia per raggiungere, passo a passo, la saggezza. Non è ancora arrivato”
Perché amo il signor Palomar? Perché mi ha insegnato a osservare la pancia di un geco e l’infrangersi delle onde sulla spiaggia. Il signor Palomar osserva il mondo: al mare, in città, silenzioso e attento, ci offre la sua visione delle cose. Calvino dà a Palomar non la capacità di guardare, bensì la voglia di farlo. Ed è attraverso le sue osservazioni minuziose e mai scontate che Calvino conduce il lettore verso aspetti diversi dell’esistenza: dalla più banale delle cose, come il riflesso del sole sul mare, sino ai più affascinanti misteri quali le iscrizioni tolteche in Messico. Tutto ha potenzialmente lo stesso valore: la meraviglia è ovunque.
Palomar ha una moglie ed una figlia girovaga per il mondo. Sembra non avere molta familiarità con la specie umana: non ha molti conoscenti e ha il vizio di non parlare. Un uomo noioso? Per niente. Tutto il contrario. Bisogna solo imparare a osservare il mondo insieme a lui per condividere poesia e ricchezza del suo mondo interiore. A proposito di osservare: che cosa vi ricorda il nome del protagonista? Esatto! L’osservatorio statunitense di Palomar… Calvino non lascia mai niente al caso. Questo nome non vi fa venire in mente anche la parola palombaro? Sì? E infatti, Palomar è anche “un palombaro che s’immerge nella superficie”.
Il signor Palomar è un uomo tranquillo, un po’ nervoso a causa del mondo “troppo” dinamico che lo circonda e che lo porta ad isolarsi, isolamento nel quale riesce a ritagliarsi lo spazio per ragionare su di esso e tradurlo in un linguaggio a lui più congeniale. Comprendere e assimilare il mondo, non è facile come sembra: non si devono trascurare i dettagli. Sono quello che permette di comprendere l’insieme. È così che troviamo il nostro protagonista su una spiaggia (quella dove anch’io passo le mie vacanze estive), concentrato nel tentativo di «vedere un’onda, cioè di cogliere tutte le sue componenti simultanee senza tralasciarne nessuna»; oppure lo incontriamo inginocchiato sul prato del suo giardino intento a distinguere ogni filo d’erba.
Ovviamente le sue imprese sono “impossibili”: il reale è troppo complesso e straordinario per essere compreso per intero. Ma non importa, ogni sfumatura arricchisce l’anima di Palomar e lo spinge a continuare. Così lo troviamo nel suo giardino che: «non pensa più al prato: pensa all’universo. Costellazioni, la luna di pomeriggio quando nessuno la guarda, i merli e le tartarughe: l’importante è fermarsi a cercare la meraviglia del mondo. E non crediate che il signor Palomar trovi ispirazione solo nella pineta e sulla spiaggia di Roccamare! Anche sotto il cielo di Roma, il suo sguardo è vigile, tanto da permettergli di scovare l’angolazione giusta per osservare, nelle sere d’estate, il geco che vive sul suo terrazzo.
“Il signor Palomar è la signora Palomar finiscono ogni sera per spostare le loro poltrone della televisione…La scelta tra televisione e geco non avviene sempre senza incertezze; i due spettacoli hanno ognuno delle informazioni da dare che l’altro non dà: la televisione si muove per i continenti raccogliendo impulsi luminosi che descrivono la faccia visibile delle cose; il geco invece rappresenta la concentrazione immobile e l’aspetto nascosto, il rovescio di ciò che si mostra alla vista. La cosa più straordinaria sono le zampe…”.
Credetemi, osservare la pancia di un geco a caccia di insetti è un’esperienza incredibile, per quanto strano vi possa sembrare. Capita poi che il nostro protagonista si ritrovi in una formaggeria a Parigi e non possa fare a meno di pensare a una possibile classificazione di tutti i formaggi che vede “a seconda delle forme – a saponetta, a cilindro, a cupola, a palla -, a seconda della consistenza – secco, burroso, cremoso, venoso, compatto -, a seconda dei materiali estranei coinvolti nella crosta o nella pasta – uva passa, pepe, noci, sesamo, erbe, muffe…” Un’ossessione classificatoria?
In realtà, Palomar si trova più a suo agio nel cercare di capire quelle cose che non possono rientrare in un modello, preferisce cercare di capire ciò che avviene. L’esperienza è sempre più potente di qualunque suo ragionamento. Per quanto raffinato possa essere. Ed è per questo che il dubbio e l’ostinazione intellettuale caratterizzano sempre il signor Palomar, persino davanti al seno nudo di una bagnante…
Italo Calvino, Palomar, Mondadori, Milano, 1999