Quante volte abbiamo affermato o ci siamo sentiti ripetere che non è l’abito a fare il monaco? Ma dove e quando nasce questo modo dire? Io una spiegazione l’avrei trovata…
In Europa ci sono almeno due luoghi che si chiamano Monaco: uno è in Baviera e l’altro in Costa Azzurra. Il primo deve certamente il suo nome a un personaggio che portava il saio, mentre al sole del Mediterraneo la questione è un po’ più complessa. Un monaco c’è stato, ma era un impostore.
Si narra infatti che la notte dell’8 gennaio 1297 Francesco Grimaldi, rampollo di nobile famiglia genovese, si impadronì della rocca prospiciente Cap Martin travestendosi da monaco e ingannando così il corpo di guardia. La fortezza era stata costruita dai ghibellini genovesi intorno al 1215 e, d’altra parte, Francesco, il cui soprannome era “Malizia” (o anche “il Furbo”), era guelfo. Ben si capisce dunque che la sua innata perspicacia (e il cugino Ranieri) lo aiutò nel realizzare l’impresa che gli valse il titolo di signore di Monaco.
Pare quindi che il modo di dire “l’abito non fa il monaco” derivi proprio da questo fatto, peraltro storicamente acclarato. Non a caso, sulla piazza antistante il palazzo dei principi di Monaco una bella statua e una lunga inscrizione in cinque lingue spiega l’accaduto. In realtà Francesco morì senza eredi e per questo motivo il titolo fu raccolto proprio dal cugino Ranieri, da cui discende la casata ancora regnante.
Ma le curiosità non finiscono qui. Perché a questo punto si potrebbe pensare che la sede del principato si chiami Monaco in virtù del finto monaco. E invece no. Diversi studiosi ritengono infatti che gli antichi Greci, che si avvantaggiarono della rocca dopo i Fenici, diedero allo sperone roccioso il nome di Monoïkos, che i Romani latinizzarono con Portus Herculis Monoeci. Ed Ercole che cosa c’entra? La mitologia vuole che, fra le altre cose, l’infaticabile semi-dio s’era pure dato la pena di costruire la strada costiera a collegamento della penisola Iberica con l’Italia e che proprio presso l’odierna Monaco si fosse deciso di elevare un tempio in suo onore, l’unico in quella regione impervia. E in greco Monoïkos significa proprio “casa isolata”, visto che Ercole era là adorato… in esclusiva.
Solo che a questo punto mi viene un dubbio. Magari Francesco Grimaldi detto il Malizia si inventò il travestimento da monaco proprio pensando al nome della rocca. In effetti, costruire un cavallo di legno come gli Achei era sicuramente più complicato che procurarsi un saio. E, vista la felice politica fiscale monegasca, non c’è dubbio che malizia e furbizia siano state tramandate anche ai nipotini Grimaldi a noi contemporanei. Quanto ad Ercole, potremmo senz’altro chiedergli di diventare Ministro per le infrastrutture. Magari lui ce la fa!