Avete giocato, da bambini, a “strega comanda color…”? Quell’innocente passatempo mi viene in mente tutte le volte che ho il piacere di visitare il parco di Keukenhof. Perché là non c’è praticamente colore che non faccia bella mostra di sé.
Pensi all’Olanda e pensi ai tulipani. E già tempo fa vi raccontavo che, a dirla tutta, i Paesi Bassi sono solo la patria adottiva di questi fiori, che provengono dall’Asia. Ancora non vi ho svelato dove andare a fotografare i campi variopinti che si vedono sulle cartoline (e molto meno nella vita reale), ma intanto vi porto alla scoperta di uno dei parchi fioriti più famosi d’Europa: il Keukenhof.
Da duna della cucina a parco fiorito
Prima di suggerirvi che cosa fare a Keukenhof, vorrei raccontarvene la storia, che si innesta (è il caso di dirlo!) su quella del castello di Teylingen. Ci troviamo a Lisse, a sud di Amsterdam, in una zona sabbiosa che un tempo era ricca di vegetazione spontanea e di selvaggina. Ed è per questo che Giacomina di Baviera decise di creare una riserva di caccia per il castello di Teylingen. Volete sapere il nome della tenuta? Keukenduyn, cioè “duna della cucina”. Nel senso: visto che sulle dune si andava a caccia e si coltivavano frutta e verdura, di fatto si facevano provviste per la cucina del castello. Umorismo bavaro-olandese…
Questo accadeva nella prima metà del XV secolo. Il tempo passò e, nel XVII secolo, l’ex comandante della Compagnia Olandese delle Indie Orientali Adriaan Maartenzoon Block acquistò il terreno per farci la sua “umile” residenza di campagna, che (con grande fantasia) ribattezzò “castello della cucina”, Keukenhof per l’appunto. Che passò di mano in mano, ma che esiste tutt’ora (e che è pure graziosamente aperta al pubblico).
Bene, magari la storia è pure interessante, ma che cosa c’entra con i tulipani? C’entra, ovviamente. Perché nel 1857 l’architetto paesaggista Jan David Zocher e suo figlio Louis Paul trasformarono una parte della tenuta in un bellissimo parco all’inglese che è, più o meno, il giardino che ancora si può visitare oggi. E poco meno di un secolo dopo, a Seconda Guerra Mondiale appena conclusa, ecco il colpo di genio: i produttori di bulbi della regione di Lisse si consorziarono per promuovere una mostra dove esporre le loro bellissime creazioni. A sostenerli, il sindaco della cittadina, che si prodigò affinché il giardino del castello di Keukenhof potesse diventare la sede della manifestazione. Era il 1949. L’anno successivo Keukenhof aprì i battenti e si registrarono circa 236.000 visitatori.
Da allora, il successo è stato inarrestabile. Negli ultimi anni, parentesi pandemica a parte, si sono contati circa un milione e mezzo di visitatori a stagione. Tenendo conto che Keukenhof è aperto per meno di due mesi, il dato non è di poco conto. Sì, avete letto bene. Per visitare il giardino più bello d’Olanda non c’è molto tempo. Ma non vi preoccupate: tutto è organizzato talmente bene che mai avrete l’impressione di essere in un luogo sovraffollato. Prenotate on-line il giorno e l’ora della visita, presentatevi all’ingresso in orario e cominciate la vostra passeggiata nella bellezza.
Che la visita abbia inizio!
Varcata la soglia del parco, troverete dei cesti ricolmi di cartine di Keukenhof. Il mio consiglio è di prenderne una, riporla nello zainetto e portarla a casa come simpatico souvenir. Al limite potete estrarla giusto nel caso in cui, estasiati dal profumo dei giacinti e ammaliati dal cinguettio degli uccelli, vi siate persi fra i sentieri variopinti. Ma l’ipotesi, vi assicuro, è remota, visto che il giardino è disseminato di cartelli che indicano le direzioni più importanti. Ma perché senza cartina? Perché per apprezzare davvero il parco, per farne “esperienza” come si dice ora, occorre assecondare i sensi e lasciarsi guidare dalla fantasia, dalla curiosità e (perché no?) dall’istinto. Magari si vedrà la stessa aiuola per tre volte, ma sinceramente non vedo quale sarebbe il problema. Pensate di essere un’ape, se l’immagine vi aiuta: andate di fiore in fiore, secondo l’estro del momento.
E, a proposito di immagini, fatevi un regalo: nello zainetto, insieme alla cartina, lasciateci anche lo smartphone. Resistete alla tentazione di fotografare compulsivamente ancora prima di avere capito dove siete. Se siete a Keukenhof avete tempo, nessuno vi caccerà prima dell’orario di chiusura. Passeggiate, guardate, annusate, toccate, ridete, fissate nella memoria. Poi dopo, al secondo giro, fotografate. Lo so che il giardino è instagrammabile a livelli inimmaginabili. Ma è davvero così importante? Non è forse meglio occuparsi, per qualche minuto, solo di sé stessi e del bello di cui si è circondati? A Keukenhof la natura è paradisiaca, è così leggiadra e soave, così varia e rilassante, così amica che sarebbe davvero un peccato rinunciare a goderne appieno.
E per goderne appieno bisogna andare lentamente. Il mio consiglio è quello di prenotare un ingresso nella tarda mattinata e di non prevedere nessun altra visita per quel giorno. Da Amsterdam, la rete dei mezzi pubblici offre corse frequenti e puntuali. E se dovesse avanzarvi tempo nel pomeriggio, la vostra I Amsterdam City Card vi aiuterà a trovare l’attrazione giusta da andare a visitare. A Keukenhof ci sono diverse caffetterie e una pausa fra narcisi e tulipani, magari facendo anche un po’ di sano people-watching, è altamente consigliata. E, se il tempo dovesse essere clemente, vi segnalo la possibilità di fare un giro in barca fra i canali vicini al parco. Non per i canali in sé, ma perché la navigazione consente di attraversare (finalmente!) i campi di tulipani in fiore. E anche l’offerta per i bambini, credetemi, è notevole. Annoiarsi a Keukenhof è impossibile.
Per chi volesse portarsi a casa un souvenir
A parte la meravigliosa cartina del parco, c’è un souvenir che, secondo me è imperdibile. Quale? Un bulbo, naturalmente! Però attenzione: a Keukenhof non troverete mai bulbi di tulipani. Sapete perché? Perché Keukenhof è un posto serio gestito da gente seria (cioè i produttori di bulbi). In primavera sul mercato si trovano solamente i bulbi dell’anno precedente, dalla resa oramai dubbia (visto che i tulipani vanno piantati ad ottobre). Quegli “avanzi”, ahimé, li trovate facilmente al mercato dei fiori di Amsterdam, ma mai e poi mai nel giardino di Lisse. E quindi come si fa? Ci sono due possibilità: o si ordina grazie a un catalogo molto dettagliato e si aspetta la consegna a casa alla fine dell’estate, oppure ci si “accontenta” di un bulbo di amaryllis, che, credetemi, fiorisce facilmente e non lascia mai delusi.
E ora do i numeri
Qualche cifra ve l’ho già anticipata, ma, in sintesi, questi i numeri di Keukenhof. 40 giardinieri, 100 produttori, oltre 7 milioni di bulbi (tulipani, narcisi, muscaridi, giacinti, gigli), 2 mesi per metterli a dimora (da ottobre a dicembre), 32 ettari, un mulino, diverse fontane e corsi d’acqua nonché bellissimi alberi secolari. Se volete giocarli al lotto, fate pure. Ma se io, che non amo la matematica, li ricordo è perché qui i numeri si fanno poesia. L’organizzazione è impeccabile e denota una precisione nordica fuori dal comune. Ma la meraviglia che ne scaturisce è così indescrivibile che, davvero, ogni volta mi sembra di sognare ad ogni aperti. Ed ogni volta spero sempre di poter rimanere a Keukenhof per sempre.