Nei pressi di Braga si trova il santuario del Bom Jesus do Monte. Lo si può raggiungere a piedi o grazie a una funicolare davvero speciale.
Braga, nel nord del Portogallo, è una località deliziosa. Non ancora intaccato dalle multinazionali del caffè e dell’abbigliamento, il suo centro storico è schietto e dolce al tempo stesso e vi si può trovare quel carattere che tanto mi fa amare il Portogallo. Circondata com’è da alcune montagne, offre anche l’opportunità di qualche gita fuori porta, a partire dal santuario del Bom Jesus, gioiello dell’architettura del XVIII secolo. Raccontare tutti i dettagli sarebbe impossibile, ma una breve descrizione è necessaria.
Il verde del monte e il bianco della scalinata di accesso alla chiesa sono la prima cosa che salta all’occhio del visitatore. La gradinata disposta in maniera sapientemente armonica crea prospettive che rimandano alle quinte teatrali e la salita a zig-zag offre al pellegrino la possibilità di meditare sulle stazioni della Via Crucis. Ci sono veri e propri tromp-l’oeil, come il calice grigio che appare guardando la salita, e dettagli elegantissimi, quali le fontane a forma di spirale. Tutte le volte che visito il Bom Jesus non riesco a non accostarlo ai Sacri Monti delle nostre Prealpi: le caratteristiche sono sicuramente differenti, ma trovo che vi sia una radice comune. Sia per quanto riguarda l’idea che, soprattutto, per quell’effetto teatrale che era costantemente ricercato anche in Piemonte e in Lombardia.
Ma torniamo a noi. La scalinata è superba, ma conta in totale ben 573 gradini. Sicché sul finire dell’Ottocento si pensò di dotare il fianco della montagna di una comoda funicolare, che consentisse a tutti di arrivare sulla sommità. La linea fu collocata in una posizione volutamente defilata, affinché l’impatto architettonico fosse praticamente inesistente. L’operazione riuscì perfettamente e dal 25 marzo 1882, data di inaugurazione, i due vagoni vanno diligentemente su e giù.
Certo questo elevador è figlio del suo tempo: fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo furono molte le attrazioni turistiche montane che si dotarono di una simile tecnologia. Molti di questi mezzi esistono tuttora, altri purtroppo sono stati dismessi. Ma anche dove sono ancora in esercizio è difficile poter ancora utilizzare la struttura originaria. Il progresso tecnologico, le esigenze di sicurezza, la necessità di risparmio di manutenzione hanno spesso migliorato il comfort a discapito della poesia. Non però a Braga, dove la funicolare è in tutto e per tutto quella originale.
Non solo le cabine sono ancora quelle del tempo, ma soprattutto il meccanismo non è mai stato sostituito. Per rendersene conto è sufficiente, una volta approdati a monte, soffermarsi a guardare le operazioni di carico dell’acqua. Già, perché il contrappeso della funicolare è ancora quello originale ed è costituito da due serbatoi di acqua, uno per vettura, che ad ogni corsa vengono svuotati a valle e riempiti a monte. In questo modo, la carrozza che scende è più pesante dell’altra e dunque produce la spinta necessaria a far sì che la sua gemella salga. Nulla di speciale, in fondo, ma è una cosa che non si vede quasi più. Non a caso, la funicolare del Bom Jesus è oggi la più antica del suo genere ancora in funzione.
Ho usato non a caso l’aggettivo “poetico”. Se da un lato trovo che l’elevador sia un perfetto testimone di un tempo in cui la fede nel progresso era quasi illimitata, d’altra parte trovo quasi commovente il potersi sentire per qualche istante viaggiatore dell’Ottocento. Di più, credo che la funicolare dia modo, a chi ha conservato dentro di sé uno spirito di fanciullo, di stupirsi di fronte a una cosa semplice ed ingegnosa al tempo stesso. Forse è solo un’illusione, ma spero sempre che la meraviglia di fronte al mondo possa renderci ogni giorno migliori. Anche se si tratta solo di un serbatoio d’acqua.