Da secoli le cicogne popolano l’Alsazia, tanto da essere considerate una sorta di mascotte. E mentre si fa a gara per scattare la fotografia migliore, una domanda ronza nella testa…
Non c’è nulla da fare: un viaggio in Alsazia non è completo senza aver visto almeno una cicogna. Voglio subito rassicurarvi: l’impresa non è poi così difficile perché questi simpatici uccelli nidificano volentieri nella regione. Gli uomini danno loro una mano montando sui tetti apposite piattaforme per rendere più agevole la costruzione dei nidi e istituendo zone protette. Sicché anche nel parcheggio di un’area di sosta lungo l’autostrada mi è capitato di incontrarne diverse. Tanto in volo quanto a terra hanno un andamento particolare, forse non particolarmente aggraziato, ma sicuramente piuttosto buffo. E il fatto che da noi si vedano di rado fa sì che la curiosità sia sempre notevole. Non mancano poi battute a tema e questo introduce l’argomento di cui vorrei parlarvi.
Infatti, come un tempo diceva qualcuno, la domanda sorge spontanea: che nesso c’è fra le cicogne e la nascita dei bambini? Apparentemente nessuno. Ciononostante, chiunque pensi alla cicogna la associa giocoforza a un bebè. E dunque? Una spiegazione c’è ed è stata oggetto di diversi quiz durante i miei viaggi in terra di Francia. Semplice, eppure curiosa.
Torniamo per un attimo ai nidi. Le cicogne costruiscono le loro dimore sui tetti, sui campanili delle chiese e anche sui comignoli. In ogni caso in posizione elevata ed isolata. I comignoli forniscono due vantaggi: non solo presentano una superficie piuttosto larga su cui poggiare i rami intrecciati, ma fanno sì che il nido abbia una temperatura gradevole grazie a una forma di riscaldamento che potremmo definire, come oggi si usa, “a pavimento”. Quindi, dovendo scegliere, è probabile che le cicogne volentieri profondessero le loro abilità edilizie proprio sulle sommità dei camini fumanti.
Ed ora occupiamoci dei bambini. E’ naturale pensare che, durante i mesi freddi dell’inverno, le neo-mamme cercassero di riscaldare le abitazioni accendendo il fuoco della stufa o del camino, magari facendo meno economia di quanta non ne avrebbero usata con dei figli ormai grandicelli. Insomma: i bebè dovevano stare al caldo, soprattutto per consentire loro di superare i primi mesi di vita.
Eccoci così giunti alla soluzione. Le cicogne arrivavano là dove era appena nato un bimbo, che si godeva il calduccio della stufa grazie ai suoi genitori premurosi. Sul tetto apparivano i nidi e nell’immaginario popolare le due immagini hanno cominciato ad avere un legame: le cicogne giungevano e portavano i bebè. A ben guardare sarebbe il contrario, visto che era il comfort assicurato ai neonati ad attirare questi uccelli. Ma poco importa: tuttora vederli porta buonumore e un pizzico di ottimismo.