Possono esserci pirati sul Lago Maggiore? A Cannero sì…
Avete mai visto il lago Maggiore in una giornata di nebbia? Magari d’inverno? Il lago con il brutto tempo vi intristisce? Io lo trovo, al contrario, terribilmente affascinante: ha un qualcosa di misterioso e vagamente magico. Quando poi si tratta della zona dei castelli di Cannero…
“Si racconta che nelle giornate in cui la nebbia è particolarmente fitta, sia possibile scorgere un veliero fantasma che veleggia attorno al castello reclamando l’antico tesoro sommerso…”. Più o meno, una delle leggende che mi hanno raccontato da bambina cominciava così ed era ambientata proprio intorno ai Castelli di Cannero: antichi avamposti viscontei che affiorano dalle acque del lago dando l’impressione, nelle giornate di nebbia, di comparire come d’incanto, dal nulla.
Nonostante il nome, i due isolotti che ospitano i castelli si trovano nel comune di Ca
nnobio e non in quello di Cannero Riviera. Costruiti tra il 1200 ed il 1300, hanno una storia veramente affascinante. Baluardi viscontei per il controllo della parte nord del lago e denominati originariamente castelli Malpaga, sono legati ad una vicenda tragica, a metà tra storia e leggenda. Per alcuni anni, diventano dimora dei cinque fratelli pirati Mazzarditi che, a partire dal 1403, terrorizzano con le loro scorrerie tutto il lago… Come tutti i pirati che si rispettano, approfittando dello scarso controllo effettuato dal Ducato di Milano a fine XIV secolo, conquistano il litorale e instaurano la loro tirannia; utilizzando il castello come rifugio per effettuare incursioni lungo la costa.
Il più spavaldo di questi fratelli, detto il Carmagnola, affida al fratello Simoncello il progetto di rapire la moglie del podestà di Cannobio per obbligarlo a pagare un riscatto. Simoncello,sapendo che la donna si era rifugiata nel convento dei frati Umiliati a Cannobio, decide di cogliere di sorpre
sa il frate portinaio. Dopo averlo ucciso, ne getta il corpo non lontano dalla roccia del Sasso Carmine, a strapiombo sul lago. Si impadronisce così delle vesti del povero frate (e del suo mazzo di chiavi) e penetra con facilità nel convento. Rapire la donna è un gioco da ragazzi: la moglie del podestà viene rinchiusa in una delle torri del Castello, come in ogni storia che si rispetti…
Il fatto suscita l’indignazione generale. La condizione della povera donna arriva alle orecchie del Duca Filippo Maria Visconti, salito al potere ne 1412. Stanco delle malefatte di questa famiglia di pirati, il signore di Milano si decide a prendere provvedimenti. Nel 1414, con l’ausilio di ben cinquecento uomini, assedia i Mazzarditi nel castello nel tentativo di liberare la povera Cristina (così si chiamava la rapita). Leggenda vuole che i cinque fratelli, dopo la sconfitta, gettati nelle acque del lago con un sasso al collo, siano morti annegati. La storia, viceversa, narra che siano stati semplicemente messi al bando per una quindicina d’anni.
La proprietà degli isolotti passa, a partire dal 1519, nelle mani del Conte Ludovico Borromeo, che ordina la costruzione di una nuova possente rocca al posto della fortezza distrutta durante l’assedio dei viscontei, chiamandola “Vitaliana”. Ed è questa, in realtà, la costruzione che vediamo oggi, non più il Castello dei nostri fratelli pirati…
Come ogni storia di pirateria che si rispetti, però, bisognerebbe parlare di un tesoro! E la nostra storia non fa eccezione. Nell’arco degli anni i fratelli Mazzarditi, con le loro scorrerie, accumulano parecchie ricchezze, questo è certo. Ma che cosa succede al loro tesoro durante l’assedio di Filippo Maria Visconti? In molti sostengono che le abbiano buttate nel lago. Chi conosce il lago Maggiore lo sa: le sue profondità sono perfette per suscitare storie e leggende. Si dice infatti che, nelle giornate di fitta nebbia, si scorga attorno al castello il loro veliero fantasma che ancora si aggira attorno all’antica dimora alla ricerca del tesoro perduto. Se siete fortunati e lo avvistate, non perdetelo di vista. Chissà che troviate il tesoro perduto!
Esiste un’altra antica leggenda legata ai fratelli Mazzarditi. Pare che un giorno volessero non solo depredare una villa nelle vicinanze, ma tramassero anche di rapire il bambino che vi abitava con il nonno, per educarlo all’arte della pirateria come loro successore. Il colpo potrebbe facilmente riuscire ma, nel momento in cui uno dei banditi sta per rapire il bambino, diventa una statua di pietra! Merito della protezione divina o della defunta mamma del bambino? Chi lo sa…
Per quanto affascinante, la rocca di Cannero viene progressivamente abbandonata a se stessa. Nel corso dei secoli, diventa rifugio di contrabbandieri, luogo di elezione dei pescatori e persino sede di una banda di falsari. Attualmente rimangono solo le rovine delle antiche fortificazioni, interessate però (da anni) da un ambizioso programma di recupero. Non so quando il progetto verrà completato ma posso dire con certezza che, nonostante la grande gru che domina il castello, ancora oggi questi ruderi sono uno degli scorci più pittoreschi del lago. A lavori ultimati, la Rocca Vitaliana dovrebbe aprire al pubblico. Pensate alla meraviglia di potersi affacciare da quelle mura e ammirare le montagne e il lago, scattare splendide foto e, magari, trovare il tesoro dei pirati!