La domanda potrebbe apparire stupida. Chiunque risponderebbe “di tutti!”. Finché non si visitano Paesi dove davvero i beni pubblici sono vissuti e curati come propri. Perché viaggiare dovrebbe servire anche a questo: a portare a casa quanto di meglio si trova lontano da noi. A partire dalle idee e dai comportamenti.
Potreste chiedervi che cosa c’entrano delle belle zucche mature con i beni pubblici. Forse nulla. O forse no. E’ una foto di qualche anno fa, scattata nella zona del Wiener Wald, non lontano da Vienna. Accanto agli ortaggi c’era un bel cartello, sul quale era indicato il costo di una zucca, e un salvadanaio di metallo. Nessun commerciante, nessun custode. Chi voleva poteva servirsi. In Austria e in Germania questa non è una notizia, ma una prassi consolidata. Così vendono le fragole, i gladioli e le patate nei campi. E così, addirittura, vendono i giornali alla domenica e nei giorni festivi. Ché, lassù, le feste sono per tutti e i negozi sono chiusi.
Una volta, a Magonza, ho avuto il piacere di imbattermi in un caso ancora più singolare. Le aiuole cittadine erano invase da volenterosi abitanti intenti a sradicare piante e fiori. Un atto vandalico organizzato? Affatto. Semplicemente, siccome si era in procinto di rinnovare il disegno floreale degli spazi pubblici, un cartello invitava a raccogliere quel che si voleva. Poche le regole: erano indicati i giorni di inizio e fine dell’iniziativa e l’esortazione a non calpestare le piantine. Magari quello che non piaceva a qualcuno poteva poi interessare a qualcun altro. Beni pubblici messi a disposizione di tutti. Con un evidente beneficio anche per chi avrebbe poi dovuto occuparsi del restyling delle aiuole: meno lavoro, meno rifiuti, meno fatica.
E che dire del percorso Kneipp pubblico di Rothenburg ob der Tauber? La perla della Romantische Straβe riserva diverse sorprese, fra le quali una piccola piscina all’aperto, affacciata sulla valle del Tauber. Un luogo veramente suggestivo, verde, solitario e sereno, dove si riesce ancora ad ascoltare il soffio del vento. Ebbene: senza pagare alcun obolo, si possono provare i benefici della terapia Kneipp. L’acqua è pulitissima, la vasca in perfette condizioni e, ovviamente, non c’è nessuno a controllare quel che accade.
Comun denominatore di questi esempi: l’assenza di vandalismo. Nessuno ti obbliga a comprare una zucca o a raccogliere un fiore. Se non ti interessa passi oltre. Ma non distruggi quello che potrebbe servire ad altri e, che, comunque, è costato tempo, risorse e impegno. Non è che tutto sia perfetto: nella vendita autogestita, ad esempio, si sa che non tutti pagano o, almeno, non pagano quanto dovrebbero. Le stime dicono che il tasso degli onesti si aggiri intorno al 70%. In ogni caso un buon risultato. E se il sistema viene ancora utilizzato significa che è sufficientemente remunerativo.
Mi capita spesso di raccontare queste tradizioni, soprattutto attraversando la bellissima campagna bavarese. E, quasi sempre, mi sento rispondere con affermazioni come: “da noi non ci sarebbe nemmeno più il palo dov’è attaccato il salvadanaio.” Vero. E triste. Ma quello che davvero mi rattrista è il malcelato orgoglio con cui certe battute vengono poste. Perché sa di giustificazione e di plauso verso la furbizia e l’arroganza. Ed è proprio in quel momento che sfodero la domanda: i beni pubblici sono di tutti o di nessuno? Perché, se sono di tutti, sono anche miei e come tali li tratto, cioè con rispetto. Abbiamo solo da imparare, in questo senso.
Da quando viaggio per professione so che ben piccola parte di tutte le informazioni resta impressa nella memoria dei turisti. Ma forse è più importante questo: che ogni viaggio sia un modo per crescere, per migliorarsi, per diventare più consapevoli, per cogliere quel che ancora manca a casa nostra. A partire da me stessa, naturalmente.