Se dovesse capitarvi di andare da Lisbona a Porto (o viceversa) vi raccomando caldamente una sosta ad Aveiro. Fra canali, battelli caratteristici ed edifici dai colori sgargianti, è una tappa da non perdere!
In Portogallo sono stata tante volte, ma ad Aveiro solamente una. E un po’ mi dispiace perché ne ho un ricordo molto bello. Da Coimbra stavo raggiungendo Porto; itinerario visto in diverse occasioni, ma quella volta avevo avuto la licenza di fare qualche variazione sul tema. E, ancora prima di partire per il tour, avevo deciso che Aveiro non sarebbe mancata. In realtà ne sapevo molto poco, ma la foto dei moliceiros che l’ente del turismo aveva scelto come copertina di una brochure mi aveva stregata. Vi state chiedendo che cosa sono i moliceiros? Abbiate pazienza e ci arriveremo.
Un po’ di storia, per cominciare
Aveiro si trova in una posizione abbastanza inconsueta per la costa atlantica portoghese, non a picco sul mare, come accade a Nazaré o a Ericeira, né sull’estuario di un fiume, come a Lisbona o a Porto. Aveiro è cittadina lagunare, a pochi passi dal’oceano, pur essendone totalmente separata. Questa ubicazione è stata fonte di fortuna e di disgrazia, a seconda dei periodi. Attestata sin dalla fine del X secolo, a lungo le sue saline e la pescosità della laguna le garantirono prosperità. Addirittura, la cittadina, dotata di mura e di numerosi conventi (segni evidenti di agio economico) ottenne il privilegio di organizzare una fiera annuale. Era il 1435 e la kermesse, chiamata feira de março, è a tutt’oggi un avvenimento atteso in gran parte della nazione.
Poi, però, tutto cambiò. Nell’inverno 1575 il maltempo causò la chiusura del canale che collegava la laguna di Aveiro all’oceano, decretando l’inesorabile declino del porto e la perdita di prestigio della città. Furono in molti coloro che decisero di tentare la fortuna altrove e, per molto tempo, Aveiro divenne un centro di minore importanza. Invano si cercò, a più riprese, di riaprire lo sbocco sull’oceano: ogni volta la natura si mostrava più forte. Finché nel XIX secolo un parlamentare particolarmente caparbio decise che ogni sforzo andava compiuto per ridare ad Aveiro il suo porto. Cosa che, finalmente, avvenne. Era il 1808.
Da quell’anno, Aveiro visse una nuova primavera. Non solo le saline tornarono a prosperare, ma anche l’industria cominciò a fare capolino. In particolare, la manifattura della ceramica ebbe un notevole sviluppo, al punto che la cittadina cominciò ad attrarre artisti e artigiani, nonché i discendenti degli antichi abitanti, che erano emigrati nel Nuovo Mondo in cerca di fortuna. Senza dimenticare che attività mai del tutto abbandonate, quali la pesca e la raccolta di alghe, tornarono ad essere al centro degli interessi economici.
Perché vi racconto tutto questo? Ma semplicemente perché, ancora oggi, ad Aveiro basta passeggiare per le vie o fare una crociera fra i canali per vedere sfilare la storia. L’importante è tenere gli occhi aperti! E, allora, iniziamo la perlustrazione!
Una passeggiata in barca
Per cominciare, niente di meglio di una gita in barca. E’ vero che Aveiro ha il nomignolo di “Venezia del Portogallo” per via dei canali e delle “gondole”. Ma, a parte il fatto che, lo dirò fino alla noia, di Venezia ce n’è una e non bastano i canali per essere Venezia, ad Aveiro di gondole non c’è nemmeno l’ombra… le curiose imbarcazioni che troverete arrivando in città si chiamano moliceiros e per secoli sono servite per raccogliere le alghe, dette in portoghese moliços. Non ci preparavano il sushi, state tranquilli. Le alghe servivano per fertilizzare i terreni prossimi alla laguna, ovviamente troppo sabbiosi. Già ai tempi passati, le barche erano decorate con pitture sgargianti, che spesso raccontavano storie e leggende locali e che, in ogni caso, servivano al legittimo proprietario per riconoscere il suo mezzo di trasporto.
Per fortuna, non si è persa la tradizione dei moliceiros variopinti, che restano il modo migliore per familiarizzare con Aveiro. Tanto più che non occorre prenotare (evviva!) e il prezzo per un giro di una quarantina di minuti è più che abbordabile (circa 10,00 Euro a persona). Vi auguro di arrivare in città con una bella giornata di sole perché i colori delle case sono meravigliosi. Ma anche in una giornata grigia come quella che è capitata a me, la scenografia è garantita. Eleganti ponti, semplici casette e sontuosi palazzi sfilano uno dopo l’altro solleticando la curiosità. Dopo quaranta minuti in barca la voglia di passeggiare per le strade e di scoprire altri scorci aumenta senza dubbio!
… e poi a piedi
E se il quartiere dei pescatori è abbastanza facile da decifrare, la zona Liberty è un’autentica sorpresa. Perché lo stile Art Nouveau è comprensibile in città ben più importanti, vedi, ancora una volta, alla voce Lisbona. Ma in un centro abitato da pescatori di alghe e da estrattori di sale che cosa ci fanno ferri battuti eleganti, decorazioni floreali, piastrelle che tutto sono fuorché azulejos? Vi ricordate degli emigrati che tornarono in patria? La risposta è tutta lì.
Perché chi tornò voleva mostrare che la propria famiglia, nel Nuovo Mondo, ce l’aveva fatta. Non si tornava cioè da sconfitti, ma da benestanti che, semplicemente, avevano nostalgia della patria. Ed è per questo che il Liberty di Aveiro è, letteralmente, di facciata. Nel senso che ad esterni tanto sfarzosi quanto innovativi fanno da contraltare interni molto più normali, se non addirittura modesti. Non c’è stata ad Aveiro quella ricerca architettonica che si vedeva, ad esempio, a Barcellona, a Londra o a Vienna. Più che altro, ad Aveiro si sviluppò un gusto ornamentale che, per fortuna, è rimasto pressoché intatto.
L’ingresso del Museo de Arte Nova. L’umidità lagunare non risparmia l’ingresso, ma la visita è altamente consigliata.
Può forse mancare un museo?
E, se vorrete saperne di più, basterà fare una visita al Museu de Arte Nova. E’ piccolo, ma davvero interessante. Anche perché, al primo piano, la Casa da Chà, alias casa del té, è il posto più indicato per fare una pausa prima di riprendere il cammino. Oltre che a té e caffè, potrete provare anche la specialità locale, chiamata ovos moles. Il nome, letteralmente uova molli, non è forse molto invitante, ma la cialda ripiena di crema è da provare. E, se siete provetti pianisti, un pianoforte sarà a vostra disposizione per tenere un piccolo concerto.
Un ultimo sguardo
Prima di proseguire verso nuovi lidi, non dimenticate di salire sul ponte Laços de Amizade. In luogo degli orrendi lucchetti, qui ad Aveiro hanno avuto buon gusto. Gli innamorati (ma in realtà anche gli amici) legano al parapetto dei nastrini colorati che richiamano le tinte sgargianti della cittadina. Godrete di un bellissimo colpo d’occhio e Aveiro resterà impressa nella vostra memoria come una città allegra e tutta da scoprire!
Tour leader e guida turistica per professione, sono viaggiatrice per passione. Dopo la laurea in Filosofia, sono partita alla scoperta del mondo. Dal 2017 vi narro curiosità e storie dai miei viaggi, vicini e lontani.
D'ora in poi, come in una sonata a quattro mani, Francesca, viaggiatrice provetta e curiosa, racconterà con me. Qualche volta partiremo insieme, altre separatamente. Ma sempre con lo stesso entusiasmo e la stessa passione per il mondo.
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