A chi o a che cosa pensate se vi dico Apollo? Scommetto che la maggior parte di voi sta immaginando il dio greco. Altri staranno pensando al padre di Pollon e al suo malandato carretto del Sole; i più seri staranno pensando alle missioni spaziali della NASA, ma sono certa che ai nostri lettori varesini sia venuto in mente l’iconico aperitivo rosa…
A Varese, Piero Pirola, fondatore della omonima pasticceria varesina, decide di creare un nuovo cocktail. Un doveroso brindisi alla Luna, a Neil Armstrong e ai suoi compagni! L’Apollo nasce così. Il suo colore rosa chiaro conquista velocemente Varese (e non solo). Il gusto, frutto di un mix segreto, è elettrizzante! Come lo sbarco sulla Luna, d’altra parte.
Chi, come me, è nato e cresciuto a Varese, lo ha quasi certamente assaggiato almeno una volta. Il giusto bicchiere, un po’ di ghiaccio e qualche stuzzichino, un buon amico con cui chiacchierare e l’aperitivo è fatto. E chi ancora non l’ha assaggiato, ha sicuramente visto la bellissima bottiglia cubica piena di liquore rosa nella vetrina di Pirola, all’ombra del “Piantone”.
Dal 1969 a oggi: 56 anni di successi
L’Apollo 11 piace da subito. È originale, diverso e i varesini gli si affezionano velocemente. Ma non sono solo loro a rendere ‘onore’ al nuovo aperitivo. Negli anni, il classico bicchiere conico da Apollo è passato per le mani di personaggi celebri: Ugo Tognazzi, Ornella Vanoni, Piero Chiara, il conte Agusta… A tenerlo, per così dire, a ‘battesimo’ è stato niente meno che uno dei protagonisti della missione Apollo 11: Buzz Aldrin, il secondo astronauta a scendere sulla luna dopo Neil Armstrong. Un aperitivo davvero lunare, evidentemente!
Ora che ci penso, l’Apollo è stato anche il primo aperitivo che ho bevuto dopo la fine del lockdown nel 2020! Ancora ripenso con gratitudine alle box di Pirola con tutto l’occorrente per un ottimo aperitivo rosa casalingo…
Un drink conteso
Come tutte le storie di successo, anche quella del nostro pink drink vanta numerosi tentativi di imitazione e anche una contesa legale. Negli anni, diversi bar cittadini hanno reinventato e proposto la loro versione del roseo cocktail ma nel 2016 scoppia un vero e proprio caso. Tutto comincia nella centrale via del Cairo, quando un vecchio baretto chiamato «Il Cuba», che produce una versione molto «popolare»
dell’Apollo rosa viene venduto. Il nuovo proprietario, Pietro Galparoli, mette in commercio il vecchio aperitivo rosa con un nuovo nome: l’Apollo Rosa del Cuba diventa Galpa Pink. Stessa ricetta? Sicuramente diversa bottiglia… ma non basta. L’Apollo 11 è un marchio registrato dal 2008 e la famiglia Pirola decide di contestare la commercializzazione del Galpa Pink nella sua versione in bottiglia. È concorrenza sleale? La decisione è spettata al Tribunale di Milano. Secondo il giudici del tribunale delle imprese del capoluogo, il Galpa non è uguale all’Apollo 11. La mancata equivalenza dipende da vari aspetti tra cui la differenza degli ingredienti. Per quanto la questione non sia stata ritenuta pretestuosa dal giudice, la disputa si è risolta con un nulla di fatto. A ognuno, a questo punto, la scelta tra rosei aperitivi!
Per quanto mi riguarda, l’Apollo vince sempre… Alla salute!