La più grande bandiera portoghese sventola a Lisbona, nei pressi del Parque Eduardo VII. Le sue dimensioni non la lasciano di certo passare inosservata e ci aiutano a spiegarne l’origine.
Rossa e verde con uno stemma al centro. A volerla ridurre ai minimi termini, così appare la bandiera portoghese, soprannominata Cinco Quinas, cioè Cinque Scudi. Verde come la speranza e rosso come il sangue. E non in parti uguali giacché la zona verde è più stretta dell’altra. Come a dire che per garantire alla nazione la libertà e l’indipendenza è stato versato molto più sangue di quanta non fosse stata la speranza di riuscirci.
Visto da vicino, lo stemma al centro è abbastanza complicato. Si tratta infatti di un astrolabio sul quale è applicato un emblema. A sua volta quest’ultimo è una sorta di scudo bordato da una rossa su cui campeggiano sette castelli; al centro, disposti a croce, cinque piccoli scudi blu che recano a loro volta cinque palle bianche, stavolta disposte a X.
Come spiegare tutto questo?
L’astrolabio rappresenta evidentemente la vocazione marinara del popolo portoghese, che ben prima dell’invenzione di radar e sonar si impegnò nelle scoperte geografiche che cambiarono radicalmente la storia mondiale.
I sette castelli stanno invece per le ultime città dell’Algarve che Alfonso III riuscì a strappare ai Mori durante la Reconquista.
I cinque scudi non sono invece così facili da decifrare: qualcuno si rifà alle cinque ferite di Gesù sulla Croce, qualcun altro alle ferite riportate dal re Alfonso I durante la battaglia di Ourique, qualcun altro ancora pensa sì a quella battaglia, ma ai cinque re musulmani sconfitti dal prode sovrano.
Le palle bianche sono in realtà monete, forse a simboleggiare l’acquisito privilegio del re portoghese di coniare denaro o forse quelle ricevute da Giuda per tradire Gesù. Solo che, volendo dar retta a quest’ultima teoria, i conti non tornano: in totale le palle bianche sono solo venticinque, mentre i Vangeli parlano di trenta denari. Ma basta contare due volte quelle contenute nello scudo centrale per arrivare al fatidico numero. Mi verrebbe da dire, però, che così son capaci tutti…
Versione più prosaica vuole invece che in origine il re Alfonso avesse come vessillo un semplice scudo di stoffa bianca su cui era stata cucina una croce di pelle blu. Solo che, a causa dei continui colpi subiti in battaglia, lo stemma si ridusse a brandelli, lasciando intravedere parti bianche della stoffa e creando così il simbolo ancora utilizzato.
Insomma, una spiegazione complicata e non sempre chiarissima. Però vederla sventolare lassù al Paque Eduardo VII è emozionante. E per me lo è ancora di più quando la vedo, in formato più discreto, fuori dal Portogallo, in Svizzera come in Francia. Accade soprattutto quando si disputano i Campionati Mondiali o Europei di calcio. Non è il tifo che mi interessa, ma il legame che tanti portoghesi costretti ad emigrare conservano con la loro patria. La bandiera cerca di riassumere la storia di uno Stato, loro cercano di non perdere l’identità nazionale.