Se amate i libri e la lettura, uno sguardo ad Idiom non può certo mancare.
Se vi dovesse capitare di andare a Praga, trovate cinque minuti per entrare nella Biblioteca Comunale, che si trova sulla Platnéřská, a pochissimi passi dall’Orologio e da tutti i circuiti turistici più importanti. Basta varcare la soglia e salire pochi gradini per trovarsi al cospetto di Idiom, una bellissima installazione dell’artista slovacco Matej Kren.
Si tratta di un cilindro alto alcuni metri realizzato con centinaia di libri disposti in cerchi sovrapposti. Su un lato si apre una sorta di finestra a forma di goccia, che consente ai visitatori di affacciarsi all’interno della colonna e di guardare giù, verso il pavimento, e su, per cercare il soffitto. Inutile dire che non si vede né l’uno né l’altro perché la scultura ha uno specchio alla base e uno alla sommità, il che rende la costruzione praticamente infinita. L’esterno è multicolore perché i dossi dei libri creano una miriade di toni differenti, mentre l’interno è di un bel bianco caldo, magia data dalle pagine sfogliate e dunque ingiallite.
La prima volta che vidi quest’opera, dopo essermi sporta e aver guardato in basso, ebbi la sensazione che si trattasse di un abisso costellato di volumi, di una sorta di pozzo della conoscenza, di un invito a tuffarsi alla scoperta di quanto i libri hanno da dire e da dare. Solo tornandoci dopo qualche anno mi sono accorta di qualcosa che, in origine, mi aveva infastidito: volendo fotografare l’interno è praticamente impossibile che la propria immagine non si rifletta in uno dei due specchi. Forse, però, è stato proprio questo dettaglio a farmi innamorare di quest’opera: se fino ad allora mi era parsa un bell’esercizio di stile, da quel momento l’ho trovata un invito a meditare sul legame, inscindibile, fra quello che si legge e studia e quello che si vive.
I libri costituiscono e costruiscono quest’opera d’arte, ma al tempo stesso, presi ad uno ad uno, invitano ad essere aperti e conosciuti. E, vi assicuro che, uscendo dalla Biblioteca, si ha la sensazione di essersi tuffati nel pozzo, quasi come Alice nel suo Paese delle Meraviglie.