Credete che per mangiare bene a Venezia sia necessario spendere molto? Per fortuna no, basta sapere dove andare. E il mio consiglio di oggi si chiama Km0.
Il ristorante Km0 l’ho trovato per disperazione. Ero a Venezia con un gruppetto di americani e la richiesta era chiara: vogliamo mangiare bene! Peccato che il budget messo a disposizione dall’agenzia fosse sì più alto della media abituale, ma di certo non sufficiente per un pranzo in un ristorante stellato. Ad aggravare la situazione, i clienti ed io non eravamo ancora arrivati in laguna e, si sa, affidarsi solo ad internet può essere un azzardo… Non saprei più dire quanti menù on-line e recensioni di aspiranti critici gastronomici mi sono letta, so solo che, ad un certo punto, mi sono decisa ad aprire la pagina di Km0, che faceva al caso mio anche per la posizione, non lontana da piazza Roma. E sì, perché il succulento pranzetto era fissato per il giorno dell’arrivo (in auto) degli ospiti. Quindi il sestiere di Castello non era nemmeno da prendere in considerazione.
Data un’occhiata al menù, ho cominciato a pensare che, forse, Km0 poteva essere la soluzione ai miei problemi. Perché le pietanze proposte erano varie, in linea con la tradizione lagunare con l’aggiunta di qualche piatto che può andar bene anche a chi non vuol troppo sperimentare. Inoltre, e il nome del ristorante era un buon indizio, la presentazione della carta prometteva materie prime fresche e locali. Lo confesso: questo fatto certo mi faceva ben sperare, ma dall’altra mi impensieriva un po’. Perché? Ma per via del budget, naturalmente! Di solito parole come bio, organico, a km 0 fanno sì che i prezzi (anche con giusto motivo) aumentino, talvolta in maniera considerevole. E allora? E allora, sorpresa! Perché i prezzi di Km0 erano perfettamente in linea con quanto stavo cercando.
Morale della storia: gli ospiti sono stati contenti del loro pranzo! E io più di loro, non solo perché ero riuscita ad accontentare il loro palato, ma anche perché del pranzo di quel giorno ho un ricordo felice. Verdure grigliate (fresche, di stagione, succulente) come antipasto, gnocchi in guazzetto dell’Adriatico da urlo e, ça va sans dire, tiramisù. Siccome ogni cliente ha ordinato una pietanza diversa, ho avuto modo quanto meno di osservare diversi piatti e tutti mi sono sembrati appetitosi e ben presentati.
Questo accadeva più o meno due anni fa. Poi a Venezia sono tornata, ma, per un motivo o per l’altro, da Km0 non sono più riuscita a tornare. Fino a qualche settimana fa, quando ero a passeggio per le calli con una collega (e amica!) e mi è balenata l’idea: andiamo a vedere se il ristorante c’è ancora (e soprattutto se è ancora così buono). Che dire? Gli gnocchi in guazzetto sono ancora strepitosi, gli spaghetti ai frutti di mare sono piaciuti a chi mi ha fatto compagnia e ho scoperto che, fra i dolci, la crème brulée è pura poesia. E così ci sono tornata anche oggi, con un altro collega che predilige la carne. E, anche questa volta, è stato un successo.
Tutto lo staff è composto da persone piuttosto giovani, gentili e molto motivate. Hanno sempre un sorriso e la giusta attenzione. E sanno gestire i tempi in modo perfetto. Nella sua semplicità, si respira un’aria distesa e cordiale. E poi mi piace un sacco vedere i bambini dei titolari seduti ad un tavolo, intenti a fare i compiti o a giocare insieme… è forse un dettaglio, ma racconta della grande dedizione che i gestori ci stanno mettendo.
La ciliegina sulla torta di Km0 è il dehors. Perchè, essendo in una posizione un pochino defilata, i tavoli hanno il giusto spazio e la vista sul canale è molto piacevole. Mentre ci si delizia il palato, si può anche gustare la vita dei veneziani, che consegnano merci, vanno a fare compere o si fermano a chiacchierare per via.
Ve l’ho già detto: nelle città più turistiche, qualche volta è sufficiente girare l’angolo per poter trovare la giusta atmosfera e l’autenticità che troppe volte sembra essere perduta. E Km0 rientra appieno nella mia speciale classifica dei posti appena dietro l’angolo…