Marsiglia e Napoli sono città gemellate. Lo sapevate? Grandi porti, vocazione multietnica e multiculturale e… presepe! Oggi andiamo alla scoperta dei santons de Provence.
Se nel presepe ci può essere il venditore di caldarroste perché non posso metterci i puffi? Da bambina facevo ‘impazzire’ i miei genitori con il mio presepe creativo: statuine ‘in viaggio’ per tutta casa, puffi, lego, Hello Kitty… tutti potevano trovare cittadinanza nella mia personale rappresentazione della Natività. Poi tutto è cambiato, sono diventata una persona seria e… non scherziamo! Ho semplicemente scoperto i santons de Provence. Durante il mio primo viaggio tra Costa Azzurra e Provenza, a Saint-Paul de Vence, ho comprato due divertenti statuine di terracotta da aggiungere al mio presepe: prete e sindaco! Non sapevo ancora di aver cominciato una nuova tradizione natalizia.
Santons e Rivoluzione
Vi stupisce? I santons (ovvero “piccoli santi”) sono statuine di argilla dipinta a mano. Vedono la luce, per la prima volta, all’epoca della Rivoluzione francese. Sono una piccola rivoluzione nella Rivoluzione. In quegli anni difficili, il governo ha chiuso le chiese e proibito i presepi! Anche quelli, in fondo, sono un simbolo dell’ancien régime. Abbandonare le tradizioni, però, non è così semplice. Molti cominciano a fabbricare artigianalmente i propri presepi, utilizzando ciò che hanno sotto mano.
Nel 1797, a Marsiglia, Jean-Louis Lagnel comincia una vera e propria produzione di queste statuine, mettendole in vendita a prezzi abbordabili. Le sue creazioni sono ancora rozze e l’argilla spesso non cotta ma il successo è immediato. In molti le espongono in casa. Il santon diventa una forma di protesta politica: è un richiamo (più culturale che religioso) alla tradizione cattolica. La prima vera e propria fiera dedicata ai santons è datata 1806 e, ovviamente, ha luogo a Marsiglia. Durante il periodo napoleonico, Consolato e Impero hanno riportato in auge il calendario tradizionale, Natale compreso. Jean-Louis Lagnel e gli altri santonniers sanno approfittare del momento.
Il motivo di tanto successo
Perché queste statuine conquistano con tanta facilità il cuore dei francesi?
Si può dire che durante la Rivoluzione, le persone abbiano nascosto la propria fede in queste piccole scene della Natività
(Henri Amouric, specialista di storia della Provenza)
Abbiamo detto che i santons diventano simbolo di una tradizione a cui non si vuole o non si sa rinunciare, ma la vera intuizione di Jean-Louis Lagnel sta, in realtà, nel popolare le sue crèches di un gran numero di personaggi ispirati ai passanti che vedeva sfilare nelle vie della sua città. Pescatori di polpi, venditori di sapone di Marsiglia, borghesi ben vestiti… C’è posto per tutti e, soprattutto, chiunque si può riconoscere in questo piccolo mondo di terracotta. Come il presepe napoletano, la crèche marsigliese racconta la storia della Natività ma è soprattutto espressione e racconto del ‘mondo’. Di ieri e di oggi.
Thérèse Neveu, la prima santonnière professionista
Nel 1890, Thérèse Neveu, erede di una illustre famiglia di ceramisti, è la prima a confezionare dei santons di terracotta. Nonostante il successo delle nostre statuine, fino a quel momento, la loro produzione era stata quasi esclusivamente legata all’idea di ‘arrotondare’ la produzione di fine anno. La ‘mamma’ dei santons (come la definisce Henri Amouric) crea i santons come li conosciamo oggi.
Da quel momento, ogni atelier si specializza per trovare un proprio stile caratteristico: chi punta sul colore, chi sul movimento, su una taglia oppure su un’altra…
Una cosa non cambia mai: la fabbricazione di un santon è un lavoro d’amore, passione e pazienza. Tutto è fatto a mano. Dal modelage alla cottura, alla pittura. Una vera e propria storia di artigianato artistico. Naturalmente, il tutto è preceduto da un lavoro minuzioso di ricerca e di ispirazione. Quali personaggi rappresentare? Quali colori sono preferibili? Niente è lasciato al caso. E tutto concorre a rendere queste piccole creazioni perfette e dettagliatissime.
Marcel Carbonel
Ma quali sono, quindi, i santons più belli? Impossibile dare una vera risposta. Personalmente, il mio santonnier preferito è Marcel Carbonel. Dal 1935, l’atelier Carbonel produce piccole e grandi meraviglie: statuine ma anche splendidi accessori (spero di riuscire ad acquistare un mulino per il mio prossimo presepe…).
Perché li ritengo i santons più belli? Per la grande varietà di colori usati e per la precisione dei dettagli. Ogni anno è una ‘sofferenza’ decidere quali santons acquistare! Per fortuna, non sono mai (ancora) riuscita ad andare a Marsiglia a visitare boutique e museo. Per la mia carta di credito potrebbe essere un’esperienza estremamente traumatica. Considerate, comunque, che gli Ateliers Marcel Carbonel possiedono la più importante collezione di santons provenzali.
Un’ultima piccola curiosità che, credo, sia indicativa per spiegare l’importanza di questo strano mondo di creatori di presepi: nel 1961, l’insegnamento su come diventare santonnier fa il suo ingresso alla Sorbona. Lo avreste mai immaginato!? Io, onestamente, no.
Ah, dimenticavo, il mio santon di questa stagione è stato il conte di Monte Cristo… da appassionata di Dumas, non potevo lasciarmelo sfuggire. Buon presepe a tutti!