La direttrice d’orchestra, di Maria Peters, è un bel romanzo che racconta la storia (vera) della ragazza che, grazie al suo talento, per prima salì sul podio dei Berliner Philarmoniker.
Il nome di Antonia Brico non mi era del tutto ignoto. Da tempo, saltuariamente, su Facebook girano post che raccontano, più o meno frettolosamente, la sua storia. Ignoravo però l’esistenza di una biografia romanzata. L’ho scoperto, per puro caso, in un’area di sosta lungo un’autostrada francese.
Solita pausa con i turisti, stranamente indipendenti e non bisognosi di aiuto per ordinare un cappuccino, e qualche minuto per bighellonare fra patatine e improbabili souvenir. Finché un tavolino su cui giacevano abbandonati alcuni libri in offerta non cattura la mia attenzione. Chiunque ami i libri e la lettura lo sa bene: è impossibile, vedendone più di 5 esposti insieme, resistere alla tentazione di adottarne almeno uno. E’ l’equivalente della sezione aurea per l’arte, è la regola di base di ogni lettore che si rispetti. Figuriamoci poi se il libro si trova nel posto sbagliato (cioè un’anonimo benzinaio francese), in super offerta e, non meno importante, parla di musica. In breve: il libro La direttrice d’orchestra è ora a casa mia, dopo essere stato letteralmente divorato.
Il libro è ben scritto, racconta i fatti senza essere mera cronaca, sa evocare le situazioni e i sentimenti provati dalla protagonista senza trascendere nel banale. E, fatto non trascurabile, sullo sfondo la Storia si legge in filigrana: gli esiti della Prima Guerra Mondiale, la Grande Depressione, il Proibizionismo, l’emigrazione verso gli Stati Uniti. Poche rapide ed efficaci pennellate, che restituiscono contesto di quegli senza avere la pretesa di trasformare il libro in un romanzo storico. Benché la storia raccontata sia verissima.
Ma chi era Antonia Brico? Per ridurre la risposta ai minimi termini, Antonia Brico è stata la prima donna a dirigere i Berliner Philarmoniker. Correva l’anno 1930. Inutile dire che movimenti quali il femminismo erano ancora ben lontani all’orizzonte. E, infatti, La direttrice d’orchestra non è un inno alla capacità femminile che finalmente viene riconosciuta e si impone in un campo prettamente maschile. E’, invece, la storia di una ragazza di grande talento che con caparbietà assoluta è arrivata a coronare il suo sogno. Contro la sua famiglia adottiva, contro i suoi insegnati, contro la società, contro le traversie della vita. E’ la storia di una persona che ha fatto della musica la sua missione. E, in fondo, è la storia del coraggio di osare, con fantasia e un pizzico di sfacciataggine.
L’autrice, Maria Peters, ha senz’altro condotto una ricerca appassionata e puntuale per arrivare alla stesura di un libro tanto accurato. Al punto tale che ne ha anche realizzato un film, uscito in Italia con il titolo Sulle ali della musica. Non l’ho mai visto e non sono nemmeno sicura di farlo in futuro. Di sicuro voglio assaporare ancora per un po’ il gusto che mi ha lasciato la lettura di questo romanzo. Piacevole, scorrevole e rispettoso di una vicenda che merita di essere conosciuta.
Maria Peters, La direttrice d’orchestra, Longanesi, Milano, 2021