Biciclette, pesce fritto, (qualche moscerino di troppo) e una gita al faro.
Che cos’è l’estate per voi? Per me è soprattutto uno stato d’animo: senso di libertà, voglia di stare all’aria aperta e una certa voglia di ‘avventura’. La nostra gita a Volendam risponde perfettamente a tutte queste caratteristiche. In questa vacanza olandese abbiamo imparato ad apprezzare i mezzi pubblici di Amsterdam e dintorni. Dalla stazione centrale, prendiamo un bus per Volendam. Ci vuole una mezz’ora di strada: Volendam è un antico villaggio di pescatori, nato nel XIV secolo vicino al porto di Edam. Quando arriviamo, fa già caldo. Nonostante siano gli ultimi giorni di agosto, sembra ancora pienissima estate. Il paese è tranquillo: qualche bicicletta, piccole case di legno colorate, bambini che giocano vicino ai canali…
Doolhof: il ‘labirinto’ di Volendam
Quello che un tempo era solo un villaggio di pescatori è diventato una zona residenziale. C’è chi vive qui stabilmente tutto l’anno e chi passa qui le vacanze estive. Invidio molto i bambini di Volendam: sono evidentemente abituati a non preoccuparsi di automobili e traffico. Anche quelli più piccoli, girano sereni in costume da bagno, piedi scalzi e bicicletta. Solo quando si tuffano per fare il bagno in uno dei canali che attraversano il paese, da una finestra, si vede spuntare la testa di un adulto che controlla che tutto vada bene. L’infanzia che tutti dovrebbero avere.
Non mi stupisce che il fascino di questa località abbia conquistato ad inizio Ottocento numerosi pittori e artisti che amavano venire qui perché sedotti e ispirati dagli affascinanti paesaggi. La loro presenza, tra l’Ottocento e il Novecento, ha permesso a Volendam di svilupparsi anche come meta turistica.
La zona in cui stiamo passeggiando, il Doolhof (letteralmente “labirinto”) è l’area che si trova nella zona più interna di Volendom. Qui, infatti, sorge un vero e proprio labirinto di stradine, ponti e canali dove il bello è proprio perdersi. Questa parte della città è caratterizzata dalle tipiche casette dal tetto rosso, l’elegante e sobria facciata. Fiori alle finestre, amache in giardino…
Tra queste vie si trovano ancora piccole botteghe e ristorantini. I turisti iniziano a diventare più numerosi. Fanno capolino gli inevitabili negozietti di souvenir. Ci sarebbe anche un piccolo museo che illustra la storia del paese ma oggi il tempo è troppo bello per visitare musei! Alcuni turisti sembrano ansiosi di assaggiare il Gouda in un caseificio, altri sono affascinati dalla produzione artigianale delle antiche scarpe di legno olandesi, i klompen.
A noi, però, interessa arrivare nella zona del porto. Come sempre, quando ‘flanelliamo’ senza meta, il tempo passa veloce. È ora di pranzo e l’appetito si fa sentire. Per un secondo, prendiamo in considerazione l’idea di pranzare al caffè dell’hotel Spaander, per lungo tempo rifugio di pittori ed artisti. La voglia di stare all’aperto, però, oggi è massimo, uno dei locali che si affacciano sul porto andrà benissimo.
Una birra belga, patatine e pesce fritto
La cucina olandese non è particolarmente varia ma, credetemi, il pesce fritto è quasi ovunque strepitoso. Ci impossessiamo, con un colpo di fortuna, di un tavolino e due sgabelli all’esterno di un locale. Il cibo è semplice ma veramente buono. La birra è fresca e dal porto arriva un po’ di brezza. Siamo in vacanza. In tutti i sensi: per oggi non ci sono orari, impegni o necessità particolari a cui pensare. Tutto quello che dobbiamo fare è goderci ciò che ci circonda, osservare le persone e ridere dei terrificanti gadget in vendita dall’altra parte della strada.
In rotta verso Marken
Siamo in vacanza, è vero, ma non restiamo certo ferme! Grazie alla portentosa city card di Amsterdam, possiamo prendere il battello che da Volendam porta a Marken. L’isola si trova a poca distanza, sul lago Markermeer, una sorta di enorme laguna interna, delimitata da una colossale diga. Oggi, in realtà, si tratta di una penisola dato che è collegata alla terraferma da un lungo terrapieno. Il battello è lento e ci permette di osservare con calma il panorama. È strano sapere che al di là della diga che vediamo in lontananza c’è il mare e non riuscire a vederlo! Ma l’Olanda è così: una terra strappata all’acqua con straordinaria tenacia e caparbietà. Finalmente sbarchiamo (e ci liberiamo dai moscerini che ci hanno fatto compagnia durante la crociera).
Qui il turismo è decisamente più rarefatto. Si respira un’atmosfera differente, più austera. Sul porto c’è l’unico negozio dedicato ai turisti del paese: a giudicare dalla polvere in vetrina, non è molto quotato. I passeggeri del battello si disperdono in fretta: rimaniamo praticamente sole. Girare per il paese è piacevolissimo: le case di legno sono tutte ben tenute, colorate, circondate da piccoli giardini lussureggianti. Incontriamo, sul nostro cammino, un paio di chiese protestanti: le porte sono aperte e ci sono cartelli che spiegano che questi luoghi di culto sono il cuore della comunità. Tutti sono benvenuti, a patto che rispettino silenzio e decoro.
Al faro!
Per quanto il villaggio sia piacevole, noi abbiamo un altro obiettivo: una gita al faro di Marken! L’ideale sarebbe prendere delle biciclette a noleggio… ma l’antipatia di Daniela per le due ruote ci fa preferire i piedi, quindi, gambe in spalla! Uscite dal paese, ci ritroviamo letteralmente in campagna: prati, campi, mucche, pecore, galline…non manca niente. L’asfalto lascia il passo ai sanpietrini. Ormai i turisti sono scomparsi, la nostra unica compagna di passeggiata è un’anziana ma allenatissima signora che esce di casa per la quotidiana gita al faro, che invidia! Abbiamo scelto il percorso più lungo (anche se ancora non lo sappiamo): in lontananza, da questa parte dell’isola, si vede anche il mare. Invidio i fortunati che stanno andando in barca a vela…
Non vedo l’ora di arrivare a destinazione: inizia a fare veramente caldo e l’acqua è così invitante! Ci siamo, siamo al faro! È difficile spiegare la pace che regna in questo angolo di mondo: c’è un papà che ha portato i figli a fare un bagno. Devono abitare poco lontano: la bambina più piccola è già scalza e in costume, si tuffa senza nemmeno pensarci. Suo fratello è decisamente più riottoso ma, alla fine, materassino sotto il braccio, si lancia all’inseguimento della sorella. Mi tolgo al volo i sandali ed entro in acqua pure io, rimpiangendo di non essermi portata il costume. Sedute su una panchina a prendere il sole, abbiamo quasi la sensazione di essere in una dimensione parallela: tutto è calmo, la serenità si respira insieme all’odore salmastro dell’acqua della laguna.
La luce sta cambiando: si sta facendo tardi! A malincuore ci mettiamo in marcia, guardando indietro, ogni tanto. Saremmo volute restare ancora un po’. Il percorso scelto per il ritorno è decisamente più veloce ma meno affascinante. Prendiamo al volo il bus che, passando sul ponte che collega Marken alla terraferma, ci riporta ad Amsterdam. Grazie ancora, Daniela, per avermi comprato l’acqua prima di partire!