I giardini del Lussemburgo, nel cuore di Parigi, sono un’oasi di relax in qualunque stagione. Merito anche delle sue sedie, ormai assurte ad autentica icona.
Come i ‘particolari’ rendono unica una città
Vi siete mai domandati che cosa renda una città ‘unica’? Potreste rispondermi che sono i monumenti, il cibo, l’atmosfera a rendere inconfondibile un luogo. Io, invece, risponderei che sono i particolari, quegli oggetti, quelle abitudini che, nel tempo, diventano un simbolo sempre riconoscibile e creano uno ‘stile’.
Da molto tempo, ormai, le 4500 sedie del giardino del Lussemburgo (sedia più, sedia meno) sono un’icona della città. Fanno capolino in milioni di foto (non solo nelle mie!), in film vecchi e nuovi e vantano anche dei libri a esse dedicati. Non c’è Parigi senza le sue sedie, senza le colonne Morris né le fontane Wallace.
Oltre duecento anni di storia
Già vi ho raccontato di come, durante la Rivoluzione, la città venga rinnovata per venire incontro alle esigenze dei cittadini. Nel 1799 il palazzo del Lussemburgo diventa sede del Senato e il giardino viene aperto al pubblico. I parigini, da sempre appassionati di parchi e giardini, lo frequentano con piacere. Nel 1843, le istituzioni decidono di mettere a disposizione, per la gioia di tutti i flâneurs, delle seggiole, preferite alle classiche (e scomode) panchine di pietra. Ovviamente, non sono ancora le chaises che conosciamo ma sono molto apprezzate, nonostante il piccolo noleggio necessario per utilizzarle. Nel 1923 al Luco compaiono le prime sedute verde oliva che conosciamo, anche se solo nel 1955 il Senato impone ai noleggiatori un modello uniforme (il Sénat) e una nuova e più economica tariffa. Nel 1974, finalmente, le seggiole diventano ad uso gratuito. Se ne trovano di tre tipologie: la classica seggiola, con o senza braccioli, e una più allungata, perfetta per il relax. Vi state chiedendo come è possibile che nessuno ceda alla tentazione di ‘portarsele a casa’? Diciamo che sono piuttosto pesanti: dai 7,3 ai 13,5 kg di acciaio. Non proprio maneggevoli ma resistenti al forte vento che spazza spesso i parchi parigini.
La chaisière
Alcuni degli affezionati fruitori del parco ricordano ancora le chaisières, le signore incaricate di riscuotere il noleggio delle sedie del giardino del Lussemburgo. Va da sé che più confortevole era la seduta, più consistente era il prezzo. Non sempre i rapporti delle femmes aux chaises con il pubblico erano semplici: a volte, cercavano di far pagare due volte chi usava una sedia, spostandola da una parte all’altra del giardino, oppure si ritrovavano a dover battibeccare con chi si portava le poltroncine da casa. La questura registrava frequentemente le lamentele di entrambe le parti. Oggi nessuno vi chiederà di pagare per sedervi, ma potrebbe capitarvi di vedere degli zelanti addetti che, una volta a settimana (sì, avete letto bene), eseguono controlli ed eventuali sostituzioni.
E per chi volesse comprare le sedie del giardino del Lussemburgo?
Per anni, mio padre mi ha fatto questa domanda. Esclusa l’idea di uscire da uno dei cancelli del parco con una seggiola sotto il braccio, non trovavo soluzione ma mi dispiaceva non poterlo accontentare. Le nostre amate chaises sarebbero state perfette sul terrazzo di casa. La soluzione mi si è presentata per caso: vicino alla libreria Gallimard, in boulevard Raspail, ho trovato un negozio Fermob! Di che cosa si tratta? Dell’azienda che, dal 1990, ha l’appalto per produrre le iconiche seggiole. Sono entrata immediatamente a chiedere informazioni: ovviamente le chaises prodotte esplicitamente per la città di Parigi non si possono comprare, ma dal 2004 è in commercio il modello Luxembourg.
Il designer Frédéric Sofia, dopo aver studiato, fotografato e ripensato le seggiole del Luco, è riuscito a crearne una versione in alluminio. Il risultato è più leggero eppure ugualmente resistente a pioggia, vento e sole e accessibile (più o meno) anche al grande pubblico. Il verde ‘Sénat’ rimane il colore degli arredi urbani parigini ma Fermob mette a disposizione più di 20 colori. Fosse stato per me, sul terrazzo dei miei genitori sarebbero comparse sedie rosa, viola, gialle ma loro hanno scelto un più tradizionale verde. Io, però, ho ottenuto in regalo una meravigliosa seggiola a dondolo… Ci siamo portati a casa un pezzetto di Parigi, un modo per non sentire troppo la nostalgia della nostra città del cuore.
Da Parigi al mondo intero
Vi sembriamo ‘esagerati’? Può essere. Considerate, comunque, che non siamo i soli…le seggiole del Lussemburgo hanno ‘contagiato’, nel tempo, altri parchi parigini e anche la Promenade des Anglais di Nizza. Sono arrivate allo zoo di Amsterdam, all’università di Harvard e a New York. Insomma, ci hanno imitato in molti!