È difficile descrivere in breve la California. Troppo grande ai nostri occhi, racchiude talmente tante sfaccettature da rendere quasi impossibile la sua conoscenza totale. Si possono scoprire città, climi, ambienti naturali così diversi fra loro che mi sembra irreale che qualcuno possa arrivare a dire di averla visitata. Per me visitare significa comprendere, mentre là qualcosa alla fine sfugge sempre.
San Diego è diversissima da San Francisco, il Muir Woods National Park è così verde che sembra incredibile che nello stesso Stato si trovi la Valle della Morte, una delle zone più aride del mondo. Le coste oceaniche stesse hanno una varietà sorprendente, cosa che, dalla piccola Europa, è difficile immaginare.
Per questo oggi vi propongo una piccola perla, abbastanza nota, ma ancora tutta da gustare. Si tratta di una cittadina chiamata Carmel-by-the-Sea, all’incirca a metà strada fra San Francisco e Los Angeles. Può darsi che ne abbiate sentito parlare, se non altro perché qualche hanno fa il suo primo cittadino era un personaggio piuttosto celebre, cioè Clint Eastwood. E questo già ci spiega che a Carmel non vive proprio chiunque. Eppure, in luogo delle mastodontiche ville hollywoodiane, nella cittadina si trovano graziose casette e un centro alquanto insolito. Sarebbe forse troppo definirlo “europeo”, ma già è curioso il fatto di incontrare gente che passeggia per strada, vedere poche auto e non essere assordati dal rumore.
Carmel ha diverse stranezze, se così vogliamo chiamarle. Non ci sono semafori, ad esempio. Inoltre, le case non hanno numero civico, quindi l’unico modo per ricevere la corrispondenza è andare direttamente a ritirarla all’ufficio postale. E le donne non possono indossare tacchi alti! Quest’ultimo è un regolamento che risale agli inizi del Novecento e si giustifica col fatto che le radici degli alberi rendono il manto stradale abbastanza sconnesso. Si tratta, per così dire, di una norma dettata da ragioni ortopediche. E se proprio qualche signora ci tiene, può inoltrare una richiesta di deroga al primo cittadino (anche se non penso che la Polizia controlli veramente).
Non sono però questi dettagli a rendere Carmel piena di fascino. Ciò che la fa speciale è una serie di edifici che sembrano usciti dal mondo delle fiabe. Merito di Hugh Comstock, che nell’arco di un quinquennio, realizzò una trentina di villette ispirate ai disegni di Arthur Rackham, illustratore di libri per l’infanzia, e ai cottage di campagna inglesi. Curiosamente, Comstock non si occupava di edilizia; doveva però essere molto innamorato della moglie, Mayotta. Quando quest’ultima gli chiese di costruire uno spazio espositivo per le bambole che lei fabbricava, lui ebbe l’intuizione.
Fu così che il primo villino vide la luce. Il nome scelto era quanto mai iconico: Hansel. Nemmeno a dirlo, poco dopo lì accanto sorse Gretel. L’intuizione di Hugh e Mayotta portò loro fortuna: non solo moltissimi cittadini di San Francisco e Loa Angeles cominciarono a raggiungere Carmel per acquistare le bambole, chiamate Otsy-Totsy, ma soprattutto una schiera nutrita di artisti ed intellettuali iniziarono a chiedere a Comstock villini simili ad Hansel e Gretel. Carmel-by-the-Sea cambiò decisamente aspetto: dal 1925 al 1929 furono costruiti cottage bellissimi e pieni di fascino. Ventuno di essi sono ancora visibili e sono semplicemente sorprendenti.
Ancora abitati, ora costano una fortuna. Nonostante i materiali di costruzione fossero economici e le dimensioni delle casette siano a dimensione di bambola, i prezzi si aggirano intorno ai 4 milioni di dollari! Ma volete mettere il privilegio di vivere in una casa che nemmeno Barbie si è potuta permettere? La battuta non è mia, ma del giornale locale di Carmel, che così scrisse nel 2004:
Barbie had her own townhouse with a
splash ‘n’ slide pool but she never owned
a Tudor fairytale cottage with pitched gable roof,
simulated thatch shingles, half-timbered walls
over stucco cladding and mullioned windows.
E, a proposito di curiosità, anche il nome del quotidiano è tutto un programma: si chiama infatti Carmel Pine Cone, letteralmente “la pigna di Carmel”. Perché? Semplice a dirsi: nel villaggio gli alberi sono sacri, al punto tale che è praticamente impossibile ottenere il permesso per abbatterne uno. Quindi, i maestosi pini marittimi fanno bella mostra di sè e le pigne cadono copiose. Il rischio di un bel bernoccolo in testa forse c’è, ma così il mondo incantato di Carmel resta sano e salvo.