A Lucerna c’è una curiosa opera idraulica, chiamata Nadelwehr. Si trova lungo il fiume Reuss, a pochi passi dal celebre Kapellbrücke. La si nota appena, ma è un sistema ingegnoso, che merita di essere raccontato.
Per me Lucerna è una città di grande fascino. La trovo dinamica ed elegante quanto basta, ben organizzata ma senza la smania di somigliare a una metropoli, ancorata al suo ricco passato e, al tempo stesso, proiettata verso il futuro. Basta fare una passeggiata nel centro storico per rendersene conto. Le belle facciate medievali e il famoso ponte di legno fanno tutt’uno con gli interventi urbanistici successivi, che culminano con la Stazione (alla cui realizzazione concorse anche un giovane Santiago Calatrava) e con il sorprendente Centro Culturale progettato da Jean Nouvel.
Ed è proprio in virtù di questo mix ben riuscito di antico e moderno che il Nadelwehr ha destato in me curiosità. Partiamo dal nome: letteralmente si potrebbe tradurre con “sbarramento ad aghi”, anche se questi ultimi sono lunghi 3 metri e pesano 30 kg. Più che aghi a me sembrano grossi remi, conficcati a mano da alcuni addetti esperti (e forzuti!), cui spetta l’arduo compito della regolazione del flusso delle acque. Sul letto del fiume, mi è stato detto, si trova una struttura ad incastro, che appunto consente di fissare le grosse assi di legno di pino e di far sì che non vadano alla deriva. L’immagine non riesce a mostrarlo appieno, ma la corrente del fiume Reuss, emissario del lago dei Quattro Cantoni, è forte e il salto creato dal Nadelwehr non è di poco conto.
La diga fu creata nel 1852 a sostituzione di un altro sistema di irreggimentazione delle acque che penalizzava i villaggi posti sulle rive del lago. Pare, infatti, che le magre e le piene del più grande bacino svizzero si susseguissero incessantemente, causando alluvioni e periodi di secca. Per questo motivo si approntò il Nadelwehr, che ancora fa bella mostra di sé in un punto strategico della città, cioè fra il famoso Kapellbrücke e il meno noto (ma non meno bello) Spreuerbrücke.
Come vi dicevo, questo sbarramento mi ha incuriosita perché nella sua semplicità funziona perfettamente e mi ha fatto pensare che non sempre occorrano tonnellate di cemento armato per arginare i fenomeni naturali. Al contrario, a Lucerna la diga è appena percettibile, al punto che per tanti anni nemmeno mi sono accorta della sua esistenza. Poi una collega guida l’ha mostrata durante una visita e subito è scattata in me la scintilla. E quindi la ricerca.
Perché questa versione riveduta e umanizzata delle opere idrauliche dei castori in realtà un inventore ce l’ha. Si chiamava Charles Antoine François Poirée e nel 1834 progettò il primo sbarramento ad aghi sul fiume Yonne, in Francia. Di lì la sua creazione si diffuse in Germania, in Svizzera e addirittura negli Stati Uniti. Non è però facilissimo vedere un Nadelwehr perché di solito si trovano lungo tratti di fiume abbastanza isolati e, dunque, non particolarmente raggiungibili. E in effetti la magia di Lucerna è proprio questa: il Nadelwehr si mostra senza ostentazione a chiunque si trovi a spasso nel centro storico.
Ammirando la chiusa e l’acqua limpidissima che esce dal lago, non si può che apprezzare Lucerna, antica e moderna, cittadina e rurale, elegante e discreta. Al contempo non si può far a meno di riflettere sulla possibilità che l’uomo ha di adattare l’ambiente senza doverlo necessariamente distruggere e snaturare. Alcune assi di pino e l’ingegno umano qui hanno creato qualcosa che, sulla carta, sembrerebbe quasi impossibile. E che invece dovrebbe essere un modello per il nostro futuro.